È boom di polemiche a seguito della notizia che ha colpito la comunità di Cardano come un fulmine a ciel sereno: The Ape Society, uno dei progetti NFT di punta della blockchain, il 14 maggio annuncia la migrazione su Base, layer 2 di Ethereum.
Un po’ di storia
The Ape Society (abbreviato TAS) nasce come una collezione di 7.000 NFT, e si afferma rapidamente come una delle più grandi DAO (Organizzazioni Autonome Decentralizzate) nell’ecosistema Cardano. Fin dal suo lancio la collezione ha riscosso un enorme successo, posizionandosi ai primi posti per vendite nei vari marketplace e riuscendo a superare un prezzo di 10mila ADA per singolo NFT.
L’intero progetto prevede un sistema di staking attraverso NFT secondari (Cabins e Frames), alimentato dal token SOC. Una delle ultime grandi novità dell’ecosistema TAS è Levvy, piattaforma tra le più utilizzate per il prestito e il borrowing di NFT e token, in cui SOC gioca un ruolo centrale.
Le motivazioni
I fondatori di The Ape Society hanno deciso comunque che, dopo più di due anni, era tempo di cambiamenti. Da qui la decisione di migrare sulla blockchain Base, un layer 2 di Ethereum, sviluppato da Coinbase. Tra i vari fattori menzionati in questo articolo pubblicato proprio il giorno dell’annuncio, troviamo:
- SocialFi: il motivo principale del trasferimento sembra proprio essere il settore emergente del SocialFi, la decentralizzazione delle interazioni online, che TAS ritiene sarà fondamentale nel prossimo ciclo crypto. In questo, Base sembra essere all’avanguardia: una delle piattaforme più utilizzate è proprio Farcaster, su cui TAS mira a costruire una forte comunità.
- Volumi: diciamocelo, le lamentele sui bassi volumi in DeFi su Cardano sono all’ordine del giorno, e probabilmente anche i membri di TAS condividevano questa frustrazione. Infatti, è difficile ignorare che una delle ragioni principali dietro la decisione di migrare su Base sia la maggiore liquidità disponibile su questo ecosistema. Ciò permetterebbe alla DAO di avere più fondi a disposizione per continuare a sviuppare il progetto.
Ma è davvero solo questo?
Negli annunci e nelle spiegazioni ufficiali della migrazione non viene mai menzionato il piccolo incidente accaduto proprio due mesi prima: il disastroso lancio di LEVVY, il token dell’omonima piattaforma di prestito creata da TAS.
Dopo aver da sempre dichiarato che SOC sarebbe stato l’unico e solo token dell’ecosistema, i fondatori di The Ape Society hanno sorpreso la comunità annunciando il lancio di un secondo token che avrebbe sostituito alcune delle utilità di SOC. Questa notizia è stata accolta con forte disapprovazione, causando un enorme crollo nel valore di SOC (-50% in un solo giorno!) e degli NFT della collezione.
La bufera mediatica che ne è seguita ha compromesso la vendita pubblica del nuovo token, che non ha raggiunto cifre significative ed è stata considerata un fallimento. Riconoscendo il flop, i fondatori di TAS hanno annunciato un rimborso collettivo e deciso di non rilasciare più alcun token.
Per questi motivi, alcuni utenti sui social sospettano che The Ape Society stia abbandonando Cardano per evitare di affrontare le conseguenze di questo fallimento e per poter ricominciare a sviluppare, senza alcun giudizio, su un’altra blockchain.
Visionari o fuggitivi?
Mentre la comunità cerca di fare i conti con questa perdita, il futuro di The Ape Society su Base rimane incerto ma promettente. Solo il tempo dirà se questa mossa sarà ricordata come un passo avanti strategico o come un errore fatale. Una cosa è certa: il mondo degli NFT e delle blockchain è in continua evoluzione, e la capacità di adattarsi a questi cambiamenti sarà fondamentale per il successo di qualsiasi progetto.
Cosa ne pensate della decisione di The Ape Society di migrare a Base? Per voi è una mossa saggia o un errore?
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